Da alcuni giorni circola sulla rete questo documentario con i sottotitoli in italiano.Il documentario, trasmesso dalla BBC, risale all'ottobre 2006 ma, chissà per quale motivo nel nostro paese se ne reclama la pubblicazione solo ora parlando di clamorosa censura!!!!
Sicuramente un video del genere deve far riflettere, soprattutto perché ci fa capire che anche i luoghi sacri non sono immuni da questa grave piaga che è la pedofilia. Alcuni, come al solito, hanno approfittato di questo documentario e, pur di fare demagogia contro il Vaticano, non solo hanno cercato di diffonderlo il più possibile ma hanno addirittura accusato la Chiesa cattolica di promuovere la pedofilia (peccato che non ho mai assistito ad un'omelia in cui il prete divulga ai fedeli le violenze verso i bambini!!!!!!).
Premetto che non sono un vaticanista, che non sono un praticante costante, che ho criticato più volte la chiesa per gli errori storici che tutti conoscono e che, per la pedofilia, auspico le impiccaggioni pubbliche, chiunque ne sia l'autore (dunque non condanno la pedofilia per poi sostenere a tutti i costi l'indulto).
Premesso ciò, vorrei far notare che il documentario in questione presenta una lunga serie di inesattezze. Per non cadere nell'ignoranza e nella superficialità cercherò, attraverso l'aiuto di un articolo di Massimo Introvigne, di rendere noti i falsi che aggrovigliano questo documento fino a renderlo vuoto di contenuti, sperperando quanto di costruttivo avrebbe potuto avere.
I CINQUE PUNTI DEBOLI
Nel 2001 Giovanni Paolo II pubblica la lettera apostolica "Sacramentorum Sanctitatis" attraverso la quale suddivide le competenze della Congregazione della Dottrina della Fede (ex Sant'Uffizio) e degli altri dei tribunali vaticani e diocesiani su diverse e rispettive categorie di reati.
Fatta questa premessa cercherò di sintetizzare i punti di sostanziale debolezza del documentario BBC:
- Il 18 maggio 2001, come segretario della Congregazione della Dottrina della Fede, Joseph Ratztinger firma la lettera de Delictis Gravioribus, che costituisce l'applicazione della Sacramentorum Sanctitatis di Giovanni Paolo II. Il documento firmato dall'attuale Papa é dunque un documento esecutivo di quello di Giovanni Paolo II. Esso non è, come si afferma nel documentario sopra, un documento segreto, visto che é stato subito pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Santa Sede e sul sito del Vaticano. Dunque, il documentario parla di documento segreto mentre il documento é palesemente pubblico.
- 2. Quando si afferma che i processi di certi tipi di delitti più gravi sono riservati ad uso eslusivo della Congregazionne della fede, la parola esclusivo significa che ne sono esclusi altri tribunali della Santa Sede e non i tribunali dello Stato a cui, secondo il documentario, si vogliono tenere nascosti questi tipi di reati. In merito, é da ricordare che il Vaticano é uno stato sovrano con un suo diritto, con dei propri tribunali e che, nonostante ciò, le due lettere sopra citate, non esludono i tribunali civili e gli Stati dal giudicare i preti colpevoli.
- La Crimen Sollicitationis è un'istuzione nata nel 1962 sotto il pontificato di Giovanni XXIII che non ha nulla a che fare con Joseph Ratzinger (allora era professore di teologia in Germania). Dunque, la paternità dell'istruzione non spetta al "cattivo" Ratzinger!! Il documentario vuole far capire, attraverso il paragrafo 78 (l'unico nominato), che l'istruzione Crimen Sollicitationis si occupa solo della pedofilia. In realtà si occupa di altri tipi di reati sessuali dei membri della Santa Sede. In particolare si occupa dei reati che riguardano quei sacerdoti che abusano del sacramento della confessione per avere rapporti sessuali con i fedeli e di pedofilia in senso stretto ne parla solo in mezza riga in cui si citano le relazioni con prepuberi (cum impuberibus).
- Clamorosa è poi la menzogna del documentario, quando afferma che la Crimen Sollicitationis aveva lo scopo di coprire gli abusi avvolgendoli in una coltre di segretezza tale per cui “la pena per chi rompe il segreto è la scomunica immediata”. È precisamente il contrario: il paragrafo 16 impone alla vittima degli abusi di “denunciarli entro un mese” sulla base di una normativa che risale del resto al lontano anno 1741. Il paragrafo 17 estende l’obbligo di denuncia a qualunque fedele cattolico che abbia “notizia certa” degli abusi. Il paragrafo 18 precisa che chi non ottempera all’obbligo di denuncia dei paragrafi 16 e 17 “incorre nella scomunica”. Dunque non è scomunicato chi denuncia gli abusi ma, al contrario, chi non li denuncia.
- Il documentario confonde maliziosamente, sia a proposito della De delictis gravioribus e sia a riguardo della Crimen Sollicitationis, la segretezza del processo e quella del delitto. Il delitto non è affatto destinato a rimanere segreto, anzi se ne chiede la denuncia sotto pena di scomunica mentre il processo è invece destinato a svolgersi in modo riservato, a salvaguardia di tutte le parti in causa. È questa segretezza del processo che è tutelata con la minaccia di scomunica ai giudici, ai funzionari e allo stesso accusato nei paragrafi 12 e 13 della Crimen sollicitationis (quanto alle vittime ed ai testi, prestano giuramento di segretezza ma si prevede che “non siano sottoposti ad alcuna sanzione” salvo provvedimenti specifici da parte dei giudici nei singoli casi).
Accanto a questi cinque punti deboli che ci permettono di smontare il documentario vanno aggiunti ulteriori fatti.
I paesi nei quali la pedofilia è più diffusa nell'ambito clericale sono l'Irlanda e gli Stati Uniti. In Irlanda dal 1945 al 2004 sono stati 105 i sacerdoti che hanno abusato di minori sotto i 18 anni provocando 400 vittime. Negli Stati Uniti sono stati 4932 i preti accusati di pedofilia. Prendendo in considerazione questi dati allarmanti, sono due gli episodi che riterrei opportuno ricordare a proposito della lotta che l'attuale Papa sta svolgendo contro la piaga della pedofilia:
- il discorso fatto da Ratzinger nella Via Crucis dell'aprile 2005 (pochi giorni prima di diventare Papa), in cui parla di sporcizia da purificare;
- l'incontro a Roma con i vescovi irlandesi nel quale, riferendosi ai preti pedofili, parla di"crimini che spezzano il cuore"e di tempo della "purificazione".
Dunque vorrei concludere facendo una considerazione: la chiesa non mangia i bambini, non diffonde la pedofilia, non professa il male!!!! Essa è una società fatta di uomini (non di santi), che ha carattere assolutamente terreno e dunque, come tutte le società di questo mondo, ha la sua parte sana e la sua parte corrotta. E considero a dir poco grottesche tutte le critiche fatte solo per il gusto di farle, basandole su documentari imprecisi e lacunosi. Senza considerare che, in alcuni casi, chi parla non li ha nemmeno visti e proferisce sentenze basandole sul solo sentito dire, sui clamori della stampa e di certuni politici che non perdono occasione per sviare l'opinione pubblica dai problemi veri e reali del Paese, guidato da persone che riempiono la loro pochezza con questioni surrettizie.
NEL VIDEO: SEX CRIMES AND THE VATICAN.
NELLE IMMAGINI: IL VOLTO INAPPUNTABILE DI JOSEPH RATZINGER PRIMA DELL'ELEZIONE AL PONTIFICATO, STEMMA DI PAPA BENEDETTO XVI.