lunedì 3 novembre 2008

La prima guerra mondiale:da Kubrick al "nostro" 4 Novembre


Quando sento parlare di prima guerra mondiale mi vengono in mente generalmente due cose. La prima sono i racconti di alcuni reduci che quand'ero bambino mi raccontavano le loro esperienze vissute tra le trincee e la seconda è il capolavoro cinematografico di Stanley Kubrick "Orizzonti di gloria".
Il film di Kubrick è probabilmente il miglior tentativo di descrizione della prima guerra mondiale. Il regista americano pone al centro della sua "opera" il rapporto tra generali e soldati e analizza la guerra in quanto tale, senza dietrologie o mezzi termini. Il realismo storico di Kubrick è raccapricciante e descrive in maniera cupa e cruda cosa fu quella guerra. Senza insistere tanto sulle scene di guerra e senza far ricorso al banale lieto fine descrive la guerra in maniera realista ed esemplare,direi unica. Le storie di vita che i soldati vivono in trincea, la paura della morte, l'onore di appartenere alla patria per cui combattere, la consapevolezza di una morte vicina e la speranza di ritorno a casa. Tutto ciò Kubrick lo descrive in maniera esemplare. Ve ne consiglio la visione.


Fatta questa premessa d'obbligo occorre prima di tutto dire che la prima guerra mondiale fu l'ultima guerra antica e la prima guerra moderna. Infatti ci troviamo di fronte alle prime armi moderne da un lato; dall'altro le strategie dei generali dei vari eserciti, le terribili battaglie corpo a corpo e le famose trincee dove i cadeveri si confondevano con i soldati e i topi e la fame divoravano i soldati che si apprestavano alle sanguinosissime battaglie. E' appunto nelle cupe trincee che nascono e muoiono rapporti umani, che dalla vita e dalla speranza si passa immediatamente alla morte e al dolore. E' qui che i soldati tra il ricordo di un amore lasciato e il desiderio di ritrovarlo combattono le loro battaglie.
E' in questo tragico contesto che vanno ricordate le famose battaglie di Verdun e della Marna (tra tedeschi e francesi), la battaglia dei Carpazi tra (Austriaci e Russi) e la stessa battaglia di Caporetto.


Si, perchè anche il nostro paese, schierato contro l'esercito austro- ungarico, prese parte alle operazioni di guerra. Anche i nostri soldati vissero quello che Kubrick descrive nel suo capolavoro. La testimonianza diretta di Delfino Borroni (nel video) l'ultimo reduce della grande guerra, morto qualche giorno fa, ne è testimonianza. E' testimonianza di come le pallottole vaganti potevano all'improvviso spezzare i sogni di un giovane ragazzo.
Senza ricordare passo passo le vicende belliche basta solo ricordare che il nostro esercito più volte fu umiliato da quello austriaco. Celebre fu la sconfitta di Caporetto, tanto celebre da entrare nel linguaggio comune del nostro paese ogni volta che si vuole citare una disfatta grave.
Ma dopo tante umiliazioni il nostro esercito, sotto la guida del generale Armando Diaz , sconfisse quello austriaco nella battaglia di Vittorio Veneto. Il 4 Novembre del 1918 si realizzava la tanta sofferta unità nazionale e fu così che il sacrificio di tanti eroi ebbe successo. Fu questo l'ultimo atto del Risorgimento italiano. Fu questo l'ultimo atto della tanto sofferta Unità d'Italia.


Ma aldilà delle vicende strettamente storico-militari è un obbligo ricordare che il 4 novembre è una festa nazionale. Tutti, a mio parere, devono sapere che il 4 novembre nacque l'Italia sul sacrificio dei nostri eroi. Non capisco perchè questa festa non debba essere un giorno di festa nazionale al pari del 25 aprile e del 2 giugno. Perchè nel corso degli anni il significato della festa è diventato sempre più sbiadito? Le migliaia di soldati che diedero la vita per l'Unità e la libertà del nostro paese non sono morti di serie "b". Nè tantomeno si deve avere timore di parlare di patria e ribadire che quegli eroi che combatterono corpo a corpo contro l'allora nemico austriaco lo fecero appunto per la patria.

Il ricordo di questi eventi storici è un "nostro" dovere morale, sta nella nostra identità e non dobbiamo rinnegare le cose più belle che restano di quest'Italia.

Il mio maestro delle scuole elementari, che ricordo sempre con grande affetto come un maestro di vita, ci ha sempre fatto rispettare e ricordare questo evento. Ricordo che venivano invitati alcuni reduci in classe a narrare la propria esperienza o si andava ai monumenti per ricordare i caduti.
Spero che anche oggi nelle scuole questa festa sia ricordata in maniera seria. Eventi del genere non si possono nè dimenticare nè metter in secondo piano se vogliamo che il 4 novembre nel nostro paese non si riduca solo al giorno delle elezioni americane.

Nel video in alto la testimonianza diretta dell'ultimo reduce della prima guerra mondiale Delfino Borroni morto a 110 anni il 26 ottobre 2008. In mezzo a sinistra la copertina del successo di Stanley Kubrick "Orizzonti di gloria". In basso a destra immagini di una trincea dell'epoca.