lunedì 9 febbraio 2009

Eutanasia e pena di morte: due lati della stessa medaglia

Quando si affrontano temi di carattere etico-morale si ha la sensazione che ogni parola di troppo sia sbagliata e che ogni giudizio sia superfluo. Se poi questi temi innescano battaglie politiche e addirittura scontri tra organi dello Stato ci rendiamo conto che la questione è di una delicatezza estrema.

Fatta questa precisazione d'obbligo, voglio iniziare questo post contro l'eutanasia partendo da una riflessione logica e naturale.
Quando alla fine del 2007 l'Onu approvò la moratoria sulla pena di morte furono tanti coloro i quali si ritennero paladini dei diritti dell'uomo. La difesa della vita era a tratti esagerata. Era il trionfo dell'uomo come essere rispettato, come essere vivente. Qualcuno di questi signori riteneva che quella moratoria era il punto di partenza verso l'abolizione totale della pena capitale. Si scorgeva all'orizzonte il successo completo del celebre libro di Cesare Beccaria, "Dei delitti e delle pene".
E a dire il vero quello fu un successo, se non altro perchè mise d'accordo intellettuali di varia cultura, religione e tendenza politica.
A distanza di qualche anno, molte di quelle stesse persone, che professavano il diritto alla vita e che portavano in piazza la loro difesa per la vita, si trasformano in difensori della morte, della morte che prevale sulla vita. All'improvviso si diventa difensori della buona morte(eutanasia).
Ora la domanda nasce spontanea: perchè se in Texas una sentenza condanna a morte una persona non esitiamo a definire che lo stato è criminale mentre se una sentenza decide di sospendere il nutrimento ad un malato la stato è portatore e difensore di diritti? Non è forse anche quest'ultimo un omicidio? Cosa cambia?

Entriamo nel merito del caso che sta riempendo le pagine dei nostri quotidiani negli ultimi giorni, il caso di Eluana Englaro, la ragazza rimasta in coma diciassette anni fa dopo un incidente stradale.
Purtroppo Eluana è morta qualche ora fa in seguito alla recente sentenza che ne ha deciso la sospensione dell'alimentazione.
Permettetemi di dire che quella sentenza ha sancito un'esecuzione in piena regola e ne spiego il motivo, a mio parere, incontestabile. Nessuno è in grado di togliere la vita ad un altro essere vivente e nessuno può togliere la vita a se stesso. E' su questo principio che si basa la mia critica assoluta ed inequivocabile all'eutanasia. Inoltre, nel caso in questione, non esistono volontà espresse da parte di Eluana ma solo presunte. Forse noi tutti, non ci scandalizziamo quando viene condannato a morte un presunto colpevole?
Ma ammesso e non concesso esisteva una volonta espressa di morire non si entrerebbe forse nella sfera del suicidio?
Come dire sono malato di cancro e mi tolgo la vita, identica cosa. La speranza viene decapitata e la sofferenza raggirata con la fine della vita.

Gli Stati Uniti da tempo hanno adottato il testamento biologico e addirittura nello stato dello Oregon esiste il suicidio assistito. Ricordando il caso drammatico di Terri Schiavo voglio solo ribadire di non imitare gli Usa in queste leggi mostruose che nulla hanno a che fare con la dignità dell'uomo come essere vivente.
Perchè i giudici americani calpestano i diritti dell'uomo quando condannano a morte una persona e li difendono quando fanno morire di fame e di sete un malato?Mi associo al dolore della famiglia di Eluana di cui ho un grandissimo rispetto. Però non ne condivido in assoluto la scelta.
Non dobbiamo aver paura di definire la morte di Eluana un'esecuzione in piena regola. Anche in questo caso i giudici si sono sostituiti al Dio supremo proprio come avviene nelle esecuzioni capitali.

In fine voglio dedicare un piccolo spazio ai tanti miracolosi risvegli dal coma fra tutti il clamoroso risveglio del siciliano Salvatore Crisafulli .
E se avessimo staccato la spina anche alle persone che poi si sono svegliate dal coma? Non avremo, forse, commesso un ingiusto omicidio proprio come quando si condanna a morte un innocente?

Non voglio consigliare leggi al legislatore ma solo ribadire che ogni legge che va nella direzione dell'eutanasia, va verso il trionfo della morte sulla vita e non della sana laicità dello stato. Queste leggi non hanno niente a che vedere con uno stato laico.
Eluana ha finito di soffrire ma non lo doveva decidere la belva umana ma semplicemente il Dio che ci ha creato.
"L'eutanasia è una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna del dramma dell'uomo".

In alto un titolo della tragica vicenda di Ambrogio Fogar
In mezzo un lettino in cui vengono esguite le esecuzioni capitali in Texas
In basso Salvatore Crisafulli, risvegliatosi miracolosamente dal coma vegetativo