domenica 25 novembre 2007

L'aggressività:un fenomeno psico-sociale

Il giallo di Perugia, l'omicidio di Garlasco, il delitto di Cogne, Erica e Omar, la violenza degli ultrà, il G8 di Genova.
Fatti diversi ma tutti con un unico filo conduttore: la manifestazione concreta e reale dell'aggressività che produce i suoi effetti devastanti, accanto ad un chiaro disagio sociale in cui versano i soggetti protagonisti.
La spettacolarizzazione di questi gravi fatti e lo sciacallaggio mediatico che è ruotato intorno ad essi fa senso prima di tutto per la mancanza di rispetto verso le povere vittime di tanta crudeltà.
Leggendo i giornali ed ascoltando i tg e le trasmissioni di vario genere, la cosa che colpisce in negativo è il poco spazio dato a figure come gli psicologi sociali che, a mio parere, avrebbero potuto aiutare a comprendere meglio i fatti e le loro cause.
Infatti il compito dello psicologo sociale è mettere in evidenza i rapporti tra mente umana e società.
Appunto, l'aggressività è un fenomeno psico-sociale e come tale va trattato, nonostante Vespa e Mentana continuino ad invitare criminologi, psichiatri, giornalisti ed avvocati, trasformando le loro trasmissioni in reality del giallo.
Sapere chi ha commesso tali crimini è importante ma è compito dei magistrati e degli inquirenti. A mio parere il punto fondamentale è di comprendere perchè nella società del benessere accadono questi terribili episodi analizzandone le cause e cercando di prevenirle.

Il fenomeno dell'aggressività ha una lunga origine di studio e sarebbe semplicistico farlo apparire solo un tema su cui ruotano i falsi spettacoli della nostra televisione.
Freud spiegò l'aggressività con la teoria della libido e ricondusse tutto agli istinti di vita e di morte.
Lorenz col suo approccio etologico affermava che l'aggressività non è altro che il mezzo con cui la società tende all'autoconservazione della specie.
Berkowitz riconduceva l'aggressività a fattori esterni come la rabbia. Inoltre, questo autore fece notare che anche le temperature climatiche avevano le loro conseguenze dimostrando che nelle stagioni calde le violenze e l'aggressività aumentano notevolmente.
Il gruppo di Yale e Dollard riconducevano l'aggressività alla frustrazione dimostrando che il soggetto frustrato, nella maggior parte dei casi, sviluppa la sua aggressività contro un bersaglio diverso da quello che ha provocato la frustrazione.
In questo ambito è spettacolare e sconcertante il famoso esperimento Eichmann di Stanley Milgram in cui soggetti normalissimi e senza problemi scaricavano la loro violenza in maniera del tutto inusuale sotto la pressione di un'autorità.

Il giallo di Perugia è la spiegazione di come l'aggressività sia dovuta a cause molteplici e spesso incomprensibili.L'uccisione di Meredit a Perugia è un caso in cui si intrecciano aggressività individuale ed aggressività di gruppo.
Quando si parla di aggressività di gruppo non si può che accennare alla più diffusa forma di aggressività intergruppo:la violenza tra tifosi.
L'uccisione dell'ispettore Raciti e la recente morte di Gabriele Sandri hanno riportato alla ribalta questa particolare forma di aggressività. Anche in questo caso i media hanno pensato più a come curare sintomi che a comprenderne le vere cause.

Prima di tutto, nella violenza tra ultrà va messo in evidenza l'aspetto rituale del fenomeno.
Accanto alla ritualità va considerato anche il cosiddetto effetto modeling, con cui i soggetti fanno propri nuovi e complessi comportamenti acquisendoli da altri soggetti.

Dunque, la violenza dei tifosi è da una parte rituale e dall'altra è dovuta all'effetto modeling.
Tutto ciò sfocia in una vera e propria battaglia tra gruppi che diventano inspiegabilmente feroci e crudeli. E' in questo caso che si parla di "branco scatenato" che distrugge e uccide senza cognizione della realtà.
Questi gruppi sono organizzati con una propria gerarchia e mantengono una struttura ben consolidata. I ruoli all'interno di essi sono chiarissimi e ben determinati.

A fianco a ciò da non trascurare è il bisogno di apparire dei soggetti delle curve.
Spesso gli ultrà sono soggetti senza ruoli sociali ben definiti nella società. La loro mancanza di identità sociale porta a voler acquisire nuovi ruoli. La curva è lo scenario ideale per questo tipo di progetto psicologico.

Senza dilungarci in altri dettagli tecnici possiamo concludere che l'aggressività intergruppo e l' aggressività individuale sono fenomeni con cause molteplici, diverse e spesso inspiegabili dal punto di vista psicologico.
Una cosa però è certa, la crescita esponenziale di questi fenomeni.
Ciò ci fa capire quanto sia delicata la situazione sociale che sta attraversando la nostra società sempre più in piena crisi di valori.
La mancanza di punti di riferimento precisi, l'uso spregiudicato di internet, la diffusione dilagante di alcool e droga, la superficialità dei media, l'inconsapevolezza della bassa cultura da parte dei giovanissimi potrebbero essere segni che portano la nostra società verso una strada senza ritorno.
In questa società dove l'apparenza sta divorando l'essere e in cui la normalità è sempre più un'utopia, temo, saremo sempre più spettatori passivi di orribili episodi in cui la follia massacra barbaramente l'innocenza.

Sopra la splendida rappresentazione delle morte di Akseli Gallen-Kallela in La madre di Lemminkainen
In mezzo scene che viviamo ogni domenica fuori e dentro gli stadi italiani
Sotto i protagonisti di Arancia meccanica il capolavolavoro di Stanley Kubrick

27 commenti:

Pino Amoruso ha detto...

Non posso che farti i complimenti per questo post interessantissimo impegnativo al tempo stesso. Due piccole riflessioni: la prima riguarda la spettacolarizzazione di questi eventi tragici da parte dei media, in primis e comunque l'audience (no comment). La seconda brevissima riflessione riguarda la violenza degli ultrà; negli ultimi episodi si è assistito a qualcosa di diverso e strano. Mi riferisco in particolare alla reazione degli ultras romani (romanisti e laziali insieme accomunati da un unico obbiettivo che tutti sappiamo). Credo che sono pochi ormai i giovani che si identificano nello Stato Italiano.
Buona serata

Francesco Candeliere ha detto...

Ciao caro Pino.Assolutamente vero quello che hai sottolineato nel finale.
Le scene di Roma, del dopo omicidio Sandri,sono un segnale assolutamente politico.
La piena dimostrazione di scarsa fiducia nello Stato,come dici tu, ma anche il segno che viviamo in una società a pressione dove basta una scintilla per scoppiare una terribile esplosione.Speriamo bene!!!
A presto Pino.

nemo ha detto...

Complimenti per l'analisi, lucida e meditata. Soprattutto complimenti per l'atteggiamento, volutamente distaccato ma non certo indifferente che riesci a mantenere nel tuo discorso. E' una dote che ritrovo sempre con piacere.

Anonimo ha detto...

Ciao e complimenti.Aggiungerei noia, cinismo e voglia di protagonismo e di apparire.
Un saluto.

daniela ha detto...

Non so, forme di aggressività ci sono sempre state anche se prima se ne parlava di meno, ovviamente.
E anche se sono cambiati i canali, magari cent'anni fa l'aggressivo si arruolava nell'esercito e sparava contro chiunque gli capitasse a tiro, adesso va allo stadio e fa pressapoco lo stesso.
Io apprezzo ogni approccio psicologico, Freud compreso, ma vado oltre, su un piano spirituale. E' inutile dare colpe alla società, la verità è che ognuno di noi è responsabile della propria vita e dovrebbe impegnarsi nel suo piccolo o grande che sia a fare la propria rivoluzione umana. Credo che tutto abbia un senso profondo e che ognuno debba affrontare ciò che gli capita come espressione di una causa di cui egli stesso è responsabile. Con questo ovviamente non giustifico la violenza ma nemmeno la banalizzo e la generalizzo: è un fenomeno, come ce ne sono tanti altri, è l'espressione degli stati vitali più bassi dell'uomo che esistono (è un dato di fatto) e se non sono opportunamente affrontati e trasformati generano veleno.

Riguardo la tua chiosa, io non credo che la società sia peggio adesso che anni fa; internet non mi sembra affatto una cattiva invenzione, al contrario, la trovo una delle cose più democratiche e più geniali che siano mai state scoperte, ovvio poi che tutto ha un rovescio della medaglia se viene abusato.

Bellissime le immagini, soprattutto La madre di Lemminkanein. :-)
Kubrick è uno dei miei registi preferiti, io ho apprezzato più di tutti Orizzonti di Gloria.
Ciao!

Anonimo ha detto...

O forse ci si identificano molto visto gli insegnamenti che offre: "Facciamo tutto e restiamo impuniti"

Quindi, i giovani vedono che oramai tutti fanno quello che vogliono in una sorta di anarchia non dichiarata ufficialmente ma esistente de facto in questo malato Paese.

Anonimo ha detto...

Buona sera Franco,,,molto bello questo servizio ,,secondo me dovrebbero leggerlo in tanti,,vorrei dirti un paio di cose ..per primo ci troviamo in una societa' che e' lo spechio di noi stessi, (esasperazioni) di tutti noi dal lavoro alla societa che ci circonda ,,,,cosi frenetica .....Sempra che tutti te lo vogliano mette in quel posto ..in secondo e' lo stato che e in capace di reagire con fermezza per tatti motivi, quello che interessa al loro e' il cadreghino ok...Quindi basta una scintilla e' vedi i risultati di quest'anno.....Vorrei solo aggiungere una mia considerazione .Tutta questa aggrassivita basterrebbe metterla unendoci per conservare il nostro posto di lavoro e' aumentare i salari ,,,quando scadono i contratti fare casino ,,no aspettare 13-14-16 mesi per il rinnovo,,,e' cosi via ,,,,una azienda chiude ok,,,,,fargli il culo,,,no che chiudono ho fanno quello che vogliono e' stare tutti zitti,,,,e' poi andiamo allo stadio e' ci sfoghiamo li ....con persone che prendono 1200 euro al mese ,,,ciao franco da gigi

Francesco Candeliere ha detto...

X Nemesisneno:Grazie per l'apprezzamento.Ho cercato di essere più scientifico possibile anche se mi rendo conto che la lettura può risultare pesante,perchè a volte scendo,forse troppo, nel tecnico.
A presto.
X Andrea:Assolutamente d'accordo noia e cinismo sono elementi determinanti del nostro tempo.
Sul bisogno di apparire,come ho detto nel post,è determinante in quanto serve a dare una propria identità sociale a soggetti che sono socialmente nulli.

Francesco Candeliere ha detto...

X Daniela:Cara Daniela concedimi di dirti che non può essere tutto ricondotto ad un piano spirituale ed individuale.
I processi di influenza sociale sono stati dimostrati in esperimenti esamplari(vedi nel link esperimento Eichmann).
Così come i processi di apprendimento hanno la loro importanza.
Per non parlare delle forme di violenze di gruppo espresse solo per istinto ed imitazione,ecc.ecc.
Come ho sottolineato nel post l'aggressività è un fanomeno psico- sociale e come tale va affrontato.
Questo post non vuole dare delle ricette su come abbattere il fenomeno ma solo sottolineare come i comportamenti aggressivi sono figlie dei comportamenti sociali.
Concordo che la società era così anche in passato.Certo,preoccupa la mancanza di cultura presente negli attuali giovanissimi.Se a ciò si associa una continua perdita di valori e la delicata situazione politico-economico-sociale(appunto),si comprendiamo meglio certi fenomeni.
Cara Dani, Kubrick è il mio regista preferito.Orizzonti di gloria è, a mio parere, il suo miglior film:un capolavoro.....credimi,l'ho rivisto da poco ed ho riscoperto cose impensabili alla mia prima visione.......!!D'altra parte questo è il bello di Kubrick.
A presto

Francesco Candeliere ha detto...

X Danieleverzetti rockpoeta:Il fatto dell'impunità che tu,giustamente,hai citato è una delle piaghe del nostro paese.La certezza della pena potrebbe essere una delle soluzioni a questo problema e direi anche ad altri.
Giustissimo,il nostro paese è molto malato e i "medici" della politica anzicchè guarirlo lo stanno facendo morire lentamente!!!!!
X Gigi:Certo,come dici tu,viviamo in una società a pressione dove basta una scintilla per esplodere la rabbia.
I licenziamenti,il precariato ad altre malattie del mercato del lavoro sono i tanti drammi che la politica dovrebbe considerare prima di altre cose.Se uno Stato pone rimedi a certe emergenze col buon senso, e non sempre col le buone maniere,sicuramente avremo quantomeno una socità più razionale...
Un saluto.

Giovanna Alborino ha detto...

questi sono i risultati di chi vive in un paese come il nostro, senza regole e dove se ammazzi diventi famoso e dopo pèrotagonista di una fiction...
ciao francesco

desaparecida ha detto...

ciao...ho riletto il post varie volte e mi piace il tuo lucido distacco descrittivo e di spiegazione.Credo che la noia porti a tante cose,tra cui un 'intorpidimento mentale che alla fine x essere spezzato ha bisogno di 1 moto di rottura spesso violento che arriva anche a spezzare delle vite...un saluto!

Francesco Candeliere ha detto...

Assolutamente d'accordo con te carissima Giovanna.
Società senza regole dove l'omicidio fa tendenza perchè non punito ed esaltato dai mezzi di comunicazione.

Francesco Candeliere ha detto...

X Desaparecida:Mi fa piacere che tu abbia letto con attenzione questo post non semplice.
Concordo,la noia è micidiale per i giovanissimi.A 10-13 hanno già avuto tutto da genitori sempre assenti e superficiali.Eccone i risultati....

Caramon ha detto...

complimenti x il post!
io cmq sono dell'idea che la violenza è data da tre fattori:
1)assenza di regole in italia
2)infelicità dovuta al primo fattore o al benessere
3)mancanza di valori

Francesco Candeliere ha detto...

Assolutamente d'accordo Caramon.D'altra parte,come ho più volte ribadito il conteso sociale in cui si vive determina gran parte dei comportamenti aggressivi.
Grazie.

desaparecida ha detto...

.....ad onor del vero io il tuo post l'ho letto + volte proprio xchè molto articolato,qndi nn semplice....dopo ho potuto capire meglio alcune cose dette un po' + sommerse!(tu nn mi conosci ma io lo so che sono 1 po' lenta a capire...).
E' giusto ciò che dici,ma credo che la noia colpisca in generale...il tutto x una mancanza di valori,o meglio del valore della vita.Permetterci di annoiarci è una delle forme di spreco + tristi che facciamo!
ti vado a linkare....buonanotte

Matteo L. ha detto...

Francesco ti ringrazio per aver apprezzato l'iniziativa a favore di telethon e della ricerca. Invito pure te e i tuoi amici blogger ad aggiungere il banner nei rispettivi blog. Vi aspetto da me se avete qualche domanda o richiesta. Ciao a tutti!

Francesco Candeliere ha detto...

X Desaparecida:assolutamente d'accordo con te.Permettersi di annoiarsi è un lusso per superficiali.Provvederò anch'io a linkarti...
X Matteo:queste sono le cose belle delle vita e come tali vanno apprezzate.
A presto

Anonimo ha detto...

Non vorrei uscire dal seminato e spero di non farlo. Sicuramente non sono in grado di disquisire su questioni che riguardano l'analisi sociologica della moderna civiltà. Leggendo però questo post, interessante quanto coinvolgente, voglio comunque fare alcune considerazioni. Intanto, la violenza è sempre esistita, non è certo una cosa di oggi. La televisione però esiste da poco. Insieme alla televisione l'informazione di massa. Ma che tipo di informazione? Quella che, in questo caso sì oggi, nasconde le notizie che non devono essere diffuse perchè sono in contrasto con gli interessi dei potenti, quelle insomma che denunciano e raccontano le malefatte di questi ultimi. Allora le si nascondono con notizie che hanno un forte impatto emotivo sull'opinione pubblica. Il fatto che ogni giorno trasmissioni televisive, telegiornali e carta stampata raccontino e montino casi come quelli che hai citato porta ad amplificare quel tipo di violenza che è sempre esistita e che però oggi rende protagonisti chi si macchia di questi delitti. Li rende famosi mentre prima erano solo assassini. Hai mai visto trasmissioni e reportage speciali che si interessavano degli innocenti uccisi dalla mafia? Io no! Questo perchè, a mio modesto avviso, è tutto uno show e quindi va in onda solo lo spettacolo che fa odience.
Enzo.

Francesco Candeliere ha detto...

Caro Enzo non sei uscito assolutamente dal seminato anzi,direi,hai colto in pieno il problema.La violenza che i mass media spettacolarizzano ogni giorno influenza negativamente,soprattutto i giovnissimi.Se a ciò si aggiungono i teatrini inscenati dalla De Filppi ogni giorno,ecco che la frittata è fatta.
Una riflessione:perchè queste trasmissioni vengono seguite dalla maggior parte??
A parere mio la grande rivoluzione morale deve partire dalle cose piccole.Quindi magari sarebbe il caso di cambiare canale quando vanno in onda certi scempi.
Mi sembra un punto di partenza per evitare che un rom che uccide quattro ragazzi diventa un modello e che gli assassini in generale diventano personaggi famosi.
Quanta alla mafia se ne parla sempre meno.Scandalosa a mio parere la fiction che esalta Riina......e lo Stato dov'è???............ma questa è un'altra storia!!!

ArabaFenice ha detto...

Ho letto con molto interesse questo post anche se non ho capacità critica nei confronti di quanto asserisci dato che per me, quello della psicologia e delle analisi sociali, è un terreno nuovo in cui so avventurarmi.
Indipendentemente dalle analisi che sono state offerte nel corso del tempo, non posso non concordare con la tua idea di fondo: smettiamola di giocare a fare Sherlock Holmes e lasciamo che gli inquirenti lavorino in pace senza pressioni. Usiamo la TV per fare informazione ed educare cosicché da prevenire questi comportamenti, quese devianze (se mi passi il termine).
Concordo anche con il commento di Pino Amoruso che tende a sottolineare come l'aggressività prenda in molti casi la direzione di una ostilità nei confronti dello Stato. Del resto, con le oscenità politiche di cui ogni giorno siamo testimoni diventa un po' complesso spiegare ai giovanissimi di come si debba il rispetto almeno all'Idea di Stato.
Infine, mi trovo in sintonia con il commento di Enzo ma voglio evidenziare il fatto che è vero che la violenza ci è sempre stata ma le motivazioni che scatenano la violenza sono sempre più futili. Con questo non voglio dire che ci sono motivi validi e motivi non validi per uccidere. Voglio solo dire che le variazioni che le nostre scale di valori stanno subendo portandoci sempre più verso l'effimero, condizionano anche i vari moventi che sono legati sempre più a questioni sempre più leggere e superflue.

Francesco Candeliere ha detto...

Concordo Arabafenice.
Il discorso è lungo e contorto non semplice come lo vuole fare apparire Vespa.
Mi fa piacere che hai concordato sulla base del post:chi ha ucciso lo devono scoprire, in pace, gli inquirenti.
Ma la fonte è per me più importante.
Ma come dici tu, a quanto pare si uccide per poco e le cause appaiono sempre più insensate.
A presto.

Gianfranco Guccia ha detto...

Carissimo Francesco, il tema che proponi, ben illustrato con dovizia di particolari, non può certamente lasciare indifferente anche il più svanito lettore, se non altro per l’attualità del problema evidenziato, come già fatto sul blog di Arabafenice, in cui si è parlato di problematiche similari, proverei a dare un mio modesto contributo a chiarimento del fenomeno in analisi.
Premetto, comunque, che a mio parere il fattore “aggressività”, da te correttamente evidenziato, non spiega da solo il dilagare della violenza nelle forme alle quali oggi assistiamo.
La cronaca nera sta diventando sempre più densa di episodi criminali in cui gli atti di violenza e di perversione sulle donne, che non di rado sfociano nell’omicidio della vittima, si avviano a divenire “crimini di ordinaria amministrazione”; dagli assalti alle donne nelle sommerse vie metropolitane a quelli perpetrati nei parchi e persino nelle pubbliche vie, senza neanche cercare “la complicità” della notte, alla luce del sole, davanti a tutti ed a qualsiasi orario.
In tutto ciò la permissività e l’impunità di cui da anni “godono” i delinquenti nel nostro paese (senza distinzione di razza, ceto sociale, o appartenenza politica e religiosa), e di cui ogni persona dotata di buon senso avverte il peso e la pericolosità, giocano indubbiamente un ruolo fondamentale.
Tuttavia non può sottacersi che la “sfrontatezza” che contraddistingue questi episodi di criminalità si connota, oggi più che ieri, come un fattore caratterizzante della più recente casistica.
Esiste quindi, presumibilmente. qualche altra concausa che funziona da catalizzatore e sinergizzante della “semplice inclinazione a delinquere” presente nel genoma di vari individui, specialmente nei reati a sfondo sessuale.
In un mondo senza legge dove tutto sembra possibile, “l’aspirante conquistatore di femminili grazie” si propone e pretende di essere accettato, ogni diniego viene da questi considerato quasi un insulto alla suo fascino ed alla sua virilità, l’intolleranza alla frustrazione che ne deriva diventa un fattore scatenante che induce costui a prendere con la violenza ciò che considera un suo “diritto acquisito”, arrivando a concepire ed attuare l’eliminazione fisica dell’oggetto del suo desiderio dopo “averlo posseduto con la forza”, sia per paura di una eventuale denuncia da parte della vittima e sia, in qualche non raro caso, come “punizione” per l’affronto da questa inflittogli.
Provando ad individuare quali siano le suddette concause non può escludersi un fattore concomitante che accompagna l’aumento dei citati episodi criminali, ovvero l’incremento esponenziale dell’uso di sostanze stupefacenti ed alcool.
Entrambi gli elementi menzionati contribuiscono all’aumento ed alla concentrazione di un enzima detto dopamina, un importante mediatore chimico presente nell'organismo umano, più precisamente nel tessuto nervoso, che presiede alla trasmissione degli impulsi nervosi (neurotrasmettitore).
Il risultato dell’incremento di dopamina si traduce in un’azione stimolante che spinge l’individuo, che ne subisce l’effetto, a ricercare con più determinazione e veemenza il soddisfacimento dei bisogni che avverte; da parte sua l’alcool, oltre ad attivare processi analoghi, sia in proprio che in sinergia con le sostanze psicostimolanti, provoca una drastica riduzione dei c.d. "freni inibitori" di cui ogni essere raziocinante è dotato, ne deriva così un’azione squilibrante di tutto il sistema emozionale legato alla percezione del piacere e del soddisfacimento dei bisogni prima menzionati, scatenando all'interno dell'organismo umano un numero elevatissimo di risposte neurochimiche.
In un paese dove il Ministro dell’Interno definisce allarmante l’uso e lo smercio di droga, comunicando le sue preoccupazioni, anche in sede parlamentare, senza ottenere alcuna risposta concreta ed efficace in termini di prevenzione e repressione del segnalato fenomeno criminale (forse solo il Vice Ministro Visco ha pensato di agire “individuando e tassando” i grossisti e gi spacciatori di ogni sorta di stupefacenti), cosa possiamo aspettarci di diverso da ciò che accade sotto i nostri poveri occhi? Chi sopravviverà vedrà!
Un caro saluto…Gianfranco.

Francesco Candeliere ha detto...

Ciao Gianfranco e complimenti per il tuo appassionato commento che denota un'ottima conoscenza dell'argomento.Sicuramente,sono vari fattori che determinano episodi simili e l'aggressività è solo il risultato,appunto,di vari fattori(cause).In ogni caso sottolinerei la questione impunità che io non ho affrontato per evitare di dare delle ricette sulla soluzione del fenomeno.
In ogni caso l'impunità verso episodi anche da te menzionati è una cosa gravissima che mette sempre di più in evidenza la decadenza di costuni presente nella nostra società.
Grazie per il commento

Gianfranco Guccia ha detto...

Grazie per l'apprezzamento Francesco, a presto.
Con Stima..Gianfranco.

Anonimo ha detto...

imparato molto