lunedì 29 agosto 2011

La Calabria è anche montagna

Quando si parla di Calabria, specie nelle stagione estiva, si pensa immediatamente al mare, alle sue splendide coste. Cosa sacrosanta, indubbiamente il Mare Nostrum rappresenta una delle migliori espressioni del Mediterraneo, come si è più volte ribadito in questo blog. Colori e odori delle nostre coste sono unici, magnificamente originali. Ma non bisogna dimenticare le nostre splendide montagne.

In questo post vi descivo un breve percorso fatto personalmente, tra Lorica e Botte Donato nella Sila Grande.


La prima tappa è appunto su Botte Donato, la cima più alta della regione, siamo a circa 2000m di altezza.

Si potrebbe salire in funivia ma preferisco farlo in macchina. Man mano che si sale, la strada non è tanto larga, si notano dei panorami mazzafiato. Arrivato in cima si vede il mondo.

Il sole è fortissimo ma l'aria è fresca e pulita, quasi frizzante



Una rinfrescata alla fontana. L'acqua è ghiacciata, sa di neve. Mi godo il panorama da tutte le angolature. Non lo ricordavo così bello. Ampie distese di boschi sotto un cielo azzurro e nuvole bianche che sembrano le opere di un grande pittore. Faccio fatica ad andar via, è una meraviglia che non avrei voluto lasciare. Mi rimetto in cammino verso il lago Arvo.


Verso il lago l'aria si fa leggermente più calda ma sempre asciutta e pulita. Dopo un pò di strada si comincia ad intravedere il lago Arvo, una conca d'acqua in mezzo a boschi di splendidi pini, alti e sani. L'acqua è chiara e fredda. Qui, gli odori sono più forti di su. Di tanto in tanto si sente qualche mucca. Mi dicono che nei dintorni il latte è prelibato.



Al ritorno il sole è quasi calato ma ancora c'è tanta luce. Dalla stradina di ritorno, dominata dall'ombra dei pini, riesco a scattare altre splendide foto. Meraviglioso. Canada? No, Sila, Lorica, Calabria.
In mezzo a tanta poesia il mondo sembra essersi fermato. Un rumore di un vento leggero accarezza gli alberi in una pacifica melodia.


Ma la Calabria non è Calabria se non si parla di mangiare. Peraltro l'aria di montagna così fresca e pulita favorisce l'appetito.


Ed ecco che allora sulla strada di ritorno, proprio nei pressi del lago, sento in lontananza un forte odore di carne alla brace che si mescola alle fragranze presenti sulle sponde del lago. Intravedo il fumo. Ed ecco scorgere la sorpresa che vedete nella foto.
Le immagini commentano il resto. Io non posso che aggiungere: anche questa è poesia !!!




domenica 10 gennaio 2010

Tra 'ndrangheta e clandestini

Che bell'inizio 2010 per la Calabria. Tra bombe ai giudici, perenne malasanità e la rivolta di Rosarno la regione degli agrumi sembra essere diventata all'improvviso il centro nevralgico della cronaca italiana. E, ora dopo la guerriglia nella Piana Di Gioia Tauro, magari, oltre che la regione più povera e più mafiosa d'Italia si parlerà anche di quella più razzista.
Ma cosa c'è veramente dietro a questo dramma sociale e perchè all'improvviso è scoppiata una bomba che si era innescata almeno quindici anni fa?

PERCHE' LA RIVOLTA


Le immagini degli scontri di Rosarno, un paese della Piana Di Gioia Tauro, hanno fatto il giro d'Italia e hanno creato sconcerto in tutti i cittadini italiani. Le cause della rivolta vanno ricercate nelle pessime condizioni di vita di migliaia di clandestini.
Ormai da anni lavoratori provenienti da ogni parte dell'Africa sono impegnati nella raccolta di agrumi e ortaggi. I lavoratori, se così li possiamo definire, oltre ad essere sotto pagati (si parla di meno di 20 euri al giorno per pochi giorni al mese) per più di 15 ore di lavoro al giorno, vengono fatti dormire in vecchi edifici abbandonati dove non esiste luce, acqua e riscaldamento nè nessun altro minimo servizio per la dignità di un essere umano. Spesso non hanno nulla da mangiare. Molti di loro hanno come unico modo di nutrirsi quello di mangiare agrumi e verdure crude con pessime conseguenze per la loro salute. La maggior parte di loro sono clandestini e di questo la 'ndrangheta ne approfitta, non solo per sfruttarli sul lavoro ma, spesso, quando le condizioni lo permettono, vengono utilizzati come manovalanza criminale per attentati, intimidazioni o ferimenti.
Da tutto ciò la protesta e la successiva guerriglia a Rosarno scoppiata a seguito del ferimento di due ivoriani nella stessa cittadina.

Un altro duro colpo all'immagine della regione che ancora una volta è al centro dell'attenzione per questi squallidi episodi e non per le proprie bellezze e ricchezze.
Ma quello che fa pensare tanto è che da tutte le parti, regione, governo e organi istituzionali in genere vengono commenti timidi, non decisi a far capire cosa stia succedendo davvero in questa terra, nonostante tutto sia chiaro a tutti.
Di chi sono le responsabilità di questo triste evento? Chi ha portato questi migliaia di emigrati clandestini?Chi ha permesso che questi restassero lì senza documenti, tenuti come le bestie? E chi ha permesso che la loro rabbia si scatenasse contro l'incolpevole popolazione di Rosarno?
La protesta di queste persone, comunque non accettabile nei modi, è solo il sintomo di un cancro che quotidianamente massacra la regione. La loro protesta è verso lo sfruttamento che ogni giorno avviene ai loro danni. E la cosa che fa più rabbia è che a subire siano stati ancora una volta i poveri abitanti stretti, questa volta, nella morsa che vede da un lato i clandestini e dall'altra l'ombra della 'ndrangheta oramai indiscussa padrona della regione.

Ma mi chiedo e spero che come me, lo faccia ogni altro calabrese onesto: ma la politica dov'è?
Si, si è abbandonati dallo Stato, questo è un dato di fatto!!!! Ma i politici locali cosa fanno tutto il giorno se non contrastano fenomeni del genere? Possibile che nessuno si chieda di chi sono le responsabilità di questi fenomeni? La politica locale dovrebbe essere il collante ideale tra cittadini e istituzoni centrali, invece si vive nel più totale immobilismo e menefreghismo.
Qui c'è un intera classe politica che cura solo gli interessi personali e particolari a scapito di quelli generali. Qui siamo in presenza di un'oligarchia politica, di destra e di sinistra, che ha la cruda coscienza di presentare il proprio nome alle prossime elezioni regionali, come se tutto andasse bene. Come se il connubbio 'ndrangheta-politica sia oramai scontato. Tutto ciò nell'indifferenza di tutti, senza che nessuno si rivolti.
Solito schema:elezioni, voto di scambio, elezione delle medesime persone e poi tutto tace mentre i giovani emigrano e la disoccupazione e il malaffare divorano la regione.

Una rivolta del genere dovrebbe farci riflettere tanto. Se questa gente ha deciso di ribellarsi ai propri padroni, perchè migliaia di commercianti che ogni giorno pagano il pizzo non si ribellano ai loro aguzzini? Si, perchè pizzo e schiavitù non sono altro che lati della stessa medaglia:la 'ndrangheta.
Infatti, non bisogna creare confusione. Qui non c'entra niente il razzismo, la pelle nera ed altre corbellerie del genere. La gente di Calabria non sa nemmeno cosa sia il razzismo! In Calabria accolgono tutti con umanità e sincerità!
Qui c'è solo un fatto chiaro: la 'ndrangheta ha permesso a questa gente di restare per sfruttarli e ha lasciato questa patata bollente in mano agli onesti abitanti di Rosarno facendoli apparire all'Italia intera addirittura razzisti.
Questa non deve apparire come una guerra tra poveri schiavi e onesti cittadini. E non dobbiamo cadere nell'equivoco di tifare per gli immigrati o per i cittadini di Rosarno come se fossero due squadre di calcio rivali. Infatti entrambe sono le vittime assolute di questa triste tragedia che ha un regista ben noto a tutti.
Poco importano gli arresti che sono stati fatti tra gli abitanti e tra i clandestini sfruttati.
Qui c'è bisogno di chiarire chi ha permesso tutto questo. Non va curato il sintomo ma la causa della malattia. Qui va sbattuto in carcere chi permette agli immigrati clandestini di arrivare per poi sfruttarli per i propri interessi. E tutto ciò va fatto con qualsiasi metodo se si vuole ritornare alla legalità e se si vuole dare una speranza concreta a questa terra.

Solo prendendo coscienza che il vero nemico di noi tutti cittadini onesti calabresi non è altro che il malaffare, potremmo, finalmente, smetterla di offendere quotidianamente i nostri antenati greci che qualche secolo fa avevano decorato questa regione di monumenti, sapienza ed intelligenza.

E solo prendendo coscienza di questa terribile verità potremo evitare che la tranquilla gente di Rosarno e dell'intera Calabria si trovi da sola non di fronte ad una rivolta di schiavi ma all'ombra di una cappa che non lascia via di uscita e annebbia le coscienze di ogni essere umano.
Buon anno a tutti.

domenica 26 luglio 2009

Buone vacanze

Auguro buone vacanze a tutti i lettori di Realismo Storico quest'anno volutamente avaro di post.


Con questo splendido scorcio di Zante, l'isola che diede i natali al grande Ugo Foscolo, Vi lascio un caloroso arrivederci.

domenica 24 maggio 2009

Ali e Radici

Ramazzotti fa undici. Ali e Radici, uscito il 22 maggio in cinquanta paesi, è infatti l'undicesimo disco in studio del cantautore romano. A due anni da E2, una raccolta che aveva visto la partecipazione di ospiti illustri fra tutti Santana e Steve Vai e a quattro dall'ultimo disco in studio Calma Apparente, l'ex ragazzo di periferia ritorna con undici pezzi inediti e uno acquistabile solo su i-tunes.
Ma non siamo qui nè per ricordare che il primo singolo del disco Parla Con Me è il brano più trasmesso dalle radio nè per ripetere che l'artista romano in venticinque anni di carriera ha venduto cinquanta milioni di dischi in tutto il mondo. A questo ci pensano già, abbondantemente, le stesse radio e la stampa di settore.
Quello che ci preme in questo post è ricordare che anche un disco pop può avere ottimi contenuti. Ciò per non incappare nell'errore superficiale di pensare che tutto ciò che è pop è banale canzonetta scontata.
Detto ciò, è obbligatorio ricordare che Ali e Radici non è l'album che avvicina alla musica di Ramazzotti chi non è abituato ad scoltarla. Nonostante le numerose novità musicali presenti l'album è tipicamente ramazzottiano. Il timbro classico del cantautore romano è presente in tutti i brani dell'album. Inoltre non ci sono duetti cosa a cui Ramazzotti ci aveva abituato fin dai suoi esordi.
Claudio Guidetti e Michele Canova Iorfida sono i co-produttori insieme allo stesso Ramazzotti. Nei testi Ramazzotti si affida al solito, ottimo, Adelio Cogliati diventato una sorta di alter ego di Ramazzotti.
La novità del disco è soprattutto nei testi dove, per la prima volta in venticinque anni ,i contenuti del dolce sentimento lasciano il posto a temi strettamente sociali. Non che Ramazzotti non aveva mai parlato di temetiche sociali, comunque sempre presenti. Ma qui c'è una netta e voluta prevalenza del sociale. Sarà che il periodo delicato e particolare che attraversiamo tutti?

Il disco si apre con la curiosa e travolgente Appunti e Note, la descrizione del mestiere di cantautore e la felicità di essere tale, la volontà di migliorare continuamente il proprio percorso musicale e la solenne promessa di impegnarsi per tutta la vita a dare il massimo come artista.
Nel singolo Parla Con Me si denuncia, attraverso un complesso e raffinato video, girato a Los Angeles, l'incomunicabilità delle persone. L a tecnologia che distrugge, se usata male, il dialogo tra le persone creando tra di loro barriere insormantabili.
In Nessuno Escluso è descritta la catastrofe creata da tutti gli esseri umani, appunto, nessuno escluso. Nel brano, probabilmente il più riuscito del disco, le parole sono sentenze che cadono pesanti come macigni "Non è questo il paradiso, quello che immaginavamo tutti noi, non c'è mondo più diviso, questo è il dato triste che ci rimane. Il vero giusto sai chi è ? E' l'uomo che sa prendere un pò di colpa anche per se".
Anche Non possiamo chiudere gli occhi affronta il tema sociale della violenza sugli esseri umani e sull'ambiente. Musicalmente il brano, arricchito dall'elettronica di Canova, ci ricorda musiche degli anni '80. Un bambino di 10 anni di nome Nino urla agli adulti di non restare indifferenti di fronte a certe tragedie. Nel brano c'è addirittura l'auspicio di un imminente risveglio delle coscienze.

Ma se il disco sembra essere attraversato da un pessimismo acuto, ci sono due pezzi che riportano speranza di rinascita. Il primo, Il Cammino, una bellissima ballad anni '60, è ispirata dai versi di Pablo Neruda "possono recidere tutti i fiori ma non possono fermare la primavera". Ramazzotti riutilizza i cori che danno armonia alla canzone. Il testo invita a non mollare mai anche nelle più dure avversità della vita.
Il secondo, Come Gioielli, è il pezzo più profondo dell'album. "Il sorriso di un bambino, il bacio di una madre, un gesto di fraternità, l'acqua limpida e sorgiva," sono valori da custodire gelosamente come gioelli. Sono questi i pilastri da cui ripartire per ricostruire una nuova società.
Bello anche il brano pop-rock di Affetti Personali, un vero e proprio inno all'amicizia. Che mondo sarebbe senza amicizia? Inutile o, quantomeno, vuoto.

E l'amore? Certo si parla anche d'amore altrimenti che Ramazzotti sarebbe! L'Orizzonte, Bucaneve, e Controvento son i tre brani che lo trattano. Il primo è una dolce melodia intonata dalla nota London Session Orchestra. Bello anche il pop di Bucaneve e l'ReB di Controvento.
Infine il brano Ali e Radici. Il desiderio dell'autore di dividere la propria anima tra le proprie radici e i nuovi voli che attendono una persona. Il desiderio artistico di restare ancorato alle proprie radici ma la voglia di seguire nuove rotte musicali, come alcuni pezzi dell'ultimo lavoro dimostrano.
Questo è Ali E Radici. Un disco semplice e complesso. Maturo, profondo e a tratti utopico nei testi, pulito, elegante e limpido nei suoni, di ampio respiro internazionale.
Tutto sommato un Ramazzotti cresciuto, sempre con i piedi per terra, contaminato positivamente dagli ospiti internazionali della precedente raccolta E2.

Un'ultima considerazione di carattere tecnico. Nel disco sono presenti musicisti di grosso spessore. Alla batteria Vinnie Colaiuta, alla chitarra elettrica Mike Landau oltre che l'eccezionale London Session Orchestra. Ramazzotti oltre che essere co-produttore del disco è impegnato anche in alcune parti strumentali. In Parla Con Me suona il mandolino e gli assoli di chitarra elettrica di Nessuno Escluso e di Come Gioelli sono suoi. Sarebbe il caso che gli addetti ai lavori nelle proprie analisi sottolineassero anche questi aspetti affinchè si facesse notare che Ramazzotti oltre che un ottimo interprete del pop nostrano è anche un musicista di buon livello come da venticinque anni dimostra nelle sue esibizioni dal vivo in tutto il mondo.

In alto a sinistra la copertina del nuovo lavoro di Eros Ramazzotti, Ali e Radici. In basso il cantautore romano impegnato alla chitarra elettrica durante il trionfale concerto di Roma(2004)

lunedì 6 aprile 2009

SOLIDARIETA' AGLI AMICI ABRUZZESI

In questi terribili momenti esprimo la mia vicinanza e solidarietà agli amici abruzzesi.

lunedì 9 febbraio 2009

Eutanasia e pena di morte: due lati della stessa medaglia

Quando si affrontano temi di carattere etico-morale si ha la sensazione che ogni parola di troppo sia sbagliata e che ogni giudizio sia superfluo. Se poi questi temi innescano battaglie politiche e addirittura scontri tra organi dello Stato ci rendiamo conto che la questione è di una delicatezza estrema.

Fatta questa precisazione d'obbligo, voglio iniziare questo post contro l'eutanasia partendo da una riflessione logica e naturale.
Quando alla fine del 2007 l'Onu approvò la moratoria sulla pena di morte furono tanti coloro i quali si ritennero paladini dei diritti dell'uomo. La difesa della vita era a tratti esagerata. Era il trionfo dell'uomo come essere rispettato, come essere vivente. Qualcuno di questi signori riteneva che quella moratoria era il punto di partenza verso l'abolizione totale della pena capitale. Si scorgeva all'orizzonte il successo completo del celebre libro di Cesare Beccaria, "Dei delitti e delle pene".
E a dire il vero quello fu un successo, se non altro perchè mise d'accordo intellettuali di varia cultura, religione e tendenza politica.
A distanza di qualche anno, molte di quelle stesse persone, che professavano il diritto alla vita e che portavano in piazza la loro difesa per la vita, si trasformano in difensori della morte, della morte che prevale sulla vita. All'improvviso si diventa difensori della buona morte(eutanasia).
Ora la domanda nasce spontanea: perchè se in Texas una sentenza condanna a morte una persona non esitiamo a definire che lo stato è criminale mentre se una sentenza decide di sospendere il nutrimento ad un malato la stato è portatore e difensore di diritti? Non è forse anche quest'ultimo un omicidio? Cosa cambia?

Entriamo nel merito del caso che sta riempendo le pagine dei nostri quotidiani negli ultimi giorni, il caso di Eluana Englaro, la ragazza rimasta in coma diciassette anni fa dopo un incidente stradale.
Purtroppo Eluana è morta qualche ora fa in seguito alla recente sentenza che ne ha deciso la sospensione dell'alimentazione.
Permettetemi di dire che quella sentenza ha sancito un'esecuzione in piena regola e ne spiego il motivo, a mio parere, incontestabile. Nessuno è in grado di togliere la vita ad un altro essere vivente e nessuno può togliere la vita a se stesso. E' su questo principio che si basa la mia critica assoluta ed inequivocabile all'eutanasia. Inoltre, nel caso in questione, non esistono volontà espresse da parte di Eluana ma solo presunte. Forse noi tutti, non ci scandalizziamo quando viene condannato a morte un presunto colpevole?
Ma ammesso e non concesso esisteva una volonta espressa di morire non si entrerebbe forse nella sfera del suicidio?
Come dire sono malato di cancro e mi tolgo la vita, identica cosa. La speranza viene decapitata e la sofferenza raggirata con la fine della vita.

Gli Stati Uniti da tempo hanno adottato il testamento biologico e addirittura nello stato dello Oregon esiste il suicidio assistito. Ricordando il caso drammatico di Terri Schiavo voglio solo ribadire di non imitare gli Usa in queste leggi mostruose che nulla hanno a che fare con la dignità dell'uomo come essere vivente.
Perchè i giudici americani calpestano i diritti dell'uomo quando condannano a morte una persona e li difendono quando fanno morire di fame e di sete un malato?Mi associo al dolore della famiglia di Eluana di cui ho un grandissimo rispetto. Però non ne condivido in assoluto la scelta.
Non dobbiamo aver paura di definire la morte di Eluana un'esecuzione in piena regola. Anche in questo caso i giudici si sono sostituiti al Dio supremo proprio come avviene nelle esecuzioni capitali.

In fine voglio dedicare un piccolo spazio ai tanti miracolosi risvegli dal coma fra tutti il clamoroso risveglio del siciliano Salvatore Crisafulli .
E se avessimo staccato la spina anche alle persone che poi si sono svegliate dal coma? Non avremo, forse, commesso un ingiusto omicidio proprio come quando si condanna a morte un innocente?

Non voglio consigliare leggi al legislatore ma solo ribadire che ogni legge che va nella direzione dell'eutanasia, va verso il trionfo della morte sulla vita e non della sana laicità dello stato. Queste leggi non hanno niente a che vedere con uno stato laico.
Eluana ha finito di soffrire ma non lo doveva decidere la belva umana ma semplicemente il Dio che ci ha creato.
"L'eutanasia è una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna del dramma dell'uomo".

In alto un titolo della tragica vicenda di Ambrogio Fogar
In mezzo un lettino in cui vengono esguite le esecuzioni capitali in Texas
In basso Salvatore Crisafulli, risvegliatosi miracolosamente dal coma vegetativo

venerdì 12 dicembre 2008

Nostalgia di una tv sana

Alcuni mesi or sono scrissi un post sulla tv spazzatura. Anche in questo post voglio ribadire, come allora, la condanna verso la mediocrità della tv di oggi. Ma questa volta preferisco che a parlare siano le straordinarie immagini di questi splendidi video. In queste brevi bozze di trasmissioni si può chiaramente notare come alla base della tv del passato c'erano semplicità, serietà, cultura, qualità ed equilibrio morale. L'inutilità e l'ignoranza, anche nelle trasmioni più semplici, erano assenti.
Buona visione.

Cultura:




Semplicità:



Qualità:



Ancora, "arte"e cultura (anche in un semplice intervallo):