lunedì 28 gennaio 2008

Buon Compleanno libro "Cuore": 120 anni di valori

All'indomani dell’unificazione italiana, tra tutti i problemi presenti nel nuovo regno, si affaccia sulla scena il famoso libro “Cuore” di Edmondo De Amicis, pubblicato nel 1888. Il libro, appartenente alla categoria del romanzo pedagogico-storico, gode fin dalla data della sua pubblicazione di un ottimo successo. Il suo stile è molto semplice ed elementare e lo stesso De Amicis qualche anno dopo parlerà di un manzonismo annacquato, criticando egli stesso la sua opera.

Ma, aldilà delle considerazioni strettamente stilistiche, il libro "Cuore" è rimasto una opera educativa per intere generazioni e i modelli proposti all’interno di esso sono forti e chiari, a volte esagerati per bambini di scuola elementare.

Il libro narra delle esperienze fatte durante l’anno scolastico da Enrico e dai suoi compagni di classe. Il ragazzo appartenente alla classe media, frequenta una scuola elementare dell’Italia post unità. Nell'opera sono inserite lezioni di vita del padre e della madre del ragazzo al figlio e dieci straordinari e commoventi racconti.
In tutto l’arco dell’opera prevalgono chiari e forti valori come la patria, la fratellanza, la famiglia e il rispetto per i genitori, il rispetto per le autorità, il valore della scuola e della cultura, lo spirito di sacrificio, l’obbedienza, la carità, l’eroismo, la dignità di chi lavora.

I commoventi racconti mensili mescolano l’amore per la patria agli esempi di vita impartiti dal maestro che ama i propri alunni come veri e propri figli.
Il modell
o di maestro-padre, che si ammala e soffre per i propri alunni-figli, presente nel libro “ Cuore ”, non va più di moda.
La figura dell’adulto come maestro di vita che deve essere rispettato solo perc
hé più grande è ormai un ricordo per i ragazzi di iPod e Play station.

Cuore è un testo risorgimentale in cui vengono citati gli eroi nazionali dell’unità e particolari eventi storici come le guerre d’indipendenza.
Le classi sociali sono tutte presenti. Il bisogno di cultura del popolo è una sua prerogativa che oggi non esiste più.

In realtà sarebbe bene che certi argomenti presenti nel libro sarebbero intelligentemente ripresi in chiave moderna.
L’amor di patria presente nel libro è ormai scono
sciuto a noi tutti italiani che lo diamo per scontato, questo Stato!
Il valore del rispetto per le autorità e per ogni indivi
duo, presenti nel libro “Cuore”, sono alla base di ogni società che si vuole ritenere libera e sana.

Oggi “Cuore” più che un’opera educativa per bambini potrebbe essere una vera e propria opera educativa per gli adulti. Infatti più che i bambini, certi valori presenti nel testo, ormai non più di moda, dovrebbero rivederli gli adulti e trasmetterli ai bambini.
Non voglio dire che i valori e gli esempi del libro "Cuore" devono essere applicati alla lettera, i tempi sono cambiati. Ma certi valori dovrebbero essere trasmessi in maniera decisa ai più piccoli, magari in chiave moderna. E ciò dovrebbe avvenire nelle famiglie ma anche nell’istruzione dove testi come il libro “Cuore” dovrebbero essere obbligatori, come lo erano un tempo.

Cuore è un patrimonio di valori che ci hanno regalato ben centoventi anni fa e noi ne dobbiamo far tesoro senza seppellirlo o sperperarlo.

Si può dire che la fortuna del libro "Cuore" si sia arrestata col 1968.
Con la rivoluzione studentesca, alcuni intellettuali considerarono il libro "Cuore" come morto e lo ritennero passato e fuori luogo. L’idea di un mondo senza dogmi sostenuta in quegli anni fece si che pian piano il libro “Cuore” venne bandito dalla scuola e insieme ad esso quei grandi valori presenti nel libro.
A distanza di tempo e guardando al microscopio la società italiana
di oggi, una domanda mi nasce spontanea: ce n’era proprio bisogno?


Nelle immagini:In alto copertina originale del libro "Cuore";
In mezzo, a sinistra, l'operaRichard e Percy Gracy
di Louisa Grace Bartolini;
In basso, a destra, Politici dell'Unità Italiana;




venerdì 18 gennaio 2008

Italia:le radici del caos

Questo è il cupo scenario della nostra cara Patria oggi. Questa è l'immagine che si ha di noi all'estero. El Pais, l' autorevole quotidiano spagnolo, parla di fallimento di uno Stato. Mai titolo fu più azzeccato.
Si tratta del fallimento totale di uno Stato che è letteralmente paralizzato di fronte alle tante, tragiche e quotidiane emergenze del paese e dei cittadini.

A qualcuno, alla maggioranza di noi, sfugge che i nostri antenati l'hanno sudata la costruzione e l'Unità di questo paese. Cavour, Mazzini, Garibaldi come commenterebbero questa catastrofe morale e sociale che stiamo vivendo ogni giorno?
Abbiamo distrutto, tutti insieme, nessuno escluso, i valori del Risorgimento italiano e in nome di quei falsi valori del '68 abbiamo massacrato la patria di Dante e Machiavelli.

Eppure il grande maestro Indro Montanelli l'aveva previsto già da un pezzo che il capolinea era vicino ed inevitabile. Ne aveva individuato in pieno le radici.
Invito il lettore a leggere attentamente questi due splendidi passi, con i quali mi ritrovo totalmente. Ognuno faccia un piccolo esame di coscienza e tragga le proprie conclusioni.

"Ormai sono giunto alla conclusione che la corruzione non ci deriva da questo o quel regime, da queste o quelle regole, di cui battiamo, inutilmente, ogni produzione. Ci deriva da qualche nostro virus annidato nel nostro sangue e di cui non abbiamo mai trovato il vaccino. Tutto in Italia ne viene regolarmente contaminato"

"Ad essere sincero fino in fondo, ho smesso di credere all'Italia. In un'Italia come questa dove anche una sceneggiata può bastare a provocarne la decomposizione. Sangue non ce ne sarà: l'Italia è allergica al dramma e per essa nessuno è più disposta a morire. Dolcemente in stato di anestesia, torneremo ad essere quella "terra di morti abitata da un pulviscolo umano" che Montaigne aveva descritto tre secoli orsono. O forse no, rimarremo quello che siamo, un conglomerato impegnato a discutere, con grandi parole, di grandi riforme a copertura di piccoli giochi di potere e di interesse. L'Italia è finita. O forse, nata sui dei plebisciti burletta come quello del 1860-61, non è mai esistita che nella fantasia di pochi sognatori, ai quali abbiamo avuto la sventura di appartenere. Per me non è più la Patria. E' solo rimpianto di una Patria."

Indro Montanelli

In alto un immagine morente del grande personaggio del risorgimento italiano Giuseppe Mazzini
A sinistra la bandiera del primo regno unito d'Italia
In basso, a destra,il grande Indro Montanelli