sabato 31 maggio 2008

Per brevità chiamato Artista

Poca politica, poco amore, tanta vita e al centro l'arte. Strano ma vero. Siamo lontani dal più recente De Gregori sempre vicino ai temi politici e sempre elegante e perfetto nei suoni e nei testi. Questo è tutt'altro che un disco perfetto.
Nato durante la sua tournee teatrale il disco risente tanto del contesto in cui è nato. Musicalmente sembrano dei pezzi quasi improvvisati, senza un filo conduttore, disordinati ma affascinanti.
Bizzarro nei suoni ma rotondo nei testi. Lo stesso cantautore afferma che si sente subito che sono pezzi da suonare più in piccoli club che in stadi o palazzetti. Pezzi musicalmenti vivi, frizzanti e nello stesso tempo leggeri. Eccezionale lavoro se si pensa che il tutto è stato realizzato in un mese e mentre il "Principe" era in giro per i teatri d'Italia con la sua band.
Quanto ai testi ancora una volta poesia d'autore, poesia vera. Ma il tono è diverso. Meno polemico del solito, meno vicino a temi specificamente politici è un De Gregori che fa poesie più razionali, perchè di poesie si tratta. Come sempre profonde e spigolose al punto giusto.
Quasi ritorna il De Gregori ermetico, quello di Rimmel per intenderci.
Ma c'è una cosa in comune con tutti i lavori precedenti: il coraggio.
Il coraggio di invocare Dio in "Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra", una canzone che parla di vita vera dove si nota l'immancabile stile dylaniano in cui l'armanica decora straordinariamente l'intero pezzo.
Il coraggio di dichiarare che il '68 è un fallimento nelle sue radici fino a rinnegarlo. "Ci sono posti dove sono stato, posti dove non tornare.....certe stanche stanze...dove discutono di architettura e democrazia.....Dove il Piave Mormorava...E la sinistra era paralizzata e la destra lavorava". Queste strofe sono di "Celebrazione" una vera e propria perla di saggezza, di poesia e di musica leggera. Un testo che in quanto a coraggio ricorda senz'altro il suo "Cuoco di Salo" in cui il cantautore senza mezzi termini ricordava che anche i morti della Repubblica di Salò, sono da ricordare e da rispettare."Dalla parte sbagliata si muore.......quindicenni sbranati dalla primavera".

Ma è un De Gregori sempre molto attento al sociale come descrive la splendida Finestre rotte o l'altrettanto splendida "Carne umana per colazione" "c'è una luce in mezzo al cielo proprio dove stai gurdando tu, c'era una volta un mondo intero però adesso non esiste più, però esisteva veramente ed è finito chissà come, non è rimasto quasi niente a parte l'eco di una radiazione".
Nel testo scritto dal fratello Luigi Grechi , "L'angelo di Lyon," fa capolino anche l'amore mentre il De Gregori classico c'è nei pezzi "L'imperfetto" e "L'infinito".

Questo è un disco che lui definisce una sorta di autobiografia fantastica. Strano sentire un De Gregori ironico sulla sua persona fino a paragonarsi ad "un ubriaco sulle scale che quando cade sa cadere o non si fa vedere". Strano sentirlo ricordare che è lui l'autore che dava la buonanotte ai fiori e calcolava i cani. Strano il titolo "Per brevità chiamato artista", come recitava il suo primo contratto discografico.
Ma nell volontà dell'autore c'è in realtà il desiderio di mettere al centro l'arte. L'arte intesa come arte vera. De Gregori in questo lavoro urla che i cantautori sono artisti, patrimonio nazionale da salvare e come tali vanno trattati e non come semplici pezzi di buttare selvagiamente sul mercato.

Insomma De Gregori non delude nemmeno stavolta e la sua poesia risplende forte anche in questo disco. Anche questo lavoro è riuscito perchè già al primo ascolto se ne denota chiaramente tutto il contenuto sano, concreto e poetico.
Il segno che questo sia un album riuscito è la poca considerazione che le radio stanno avendo per il primo singolo "Per brevità chiamato Artista", come ha affermato lo stesso cantautore romano. Ma nella radio di oggi sono le cretinerie a governare e la poesia non è più presa in considerazione.
Sarebbe troppo chiedere alla radio di oggi di trasmettere un pò di cultura musicale in più, che probabilmente sarebbe poco compresa anche dai giovanissimi sempre più incatenati dalle apparenze e sempre meno attenti a grandi autori che "Per brevità si chiamano Artisti".

In alto la copertina dell'ultimo disco di De Gregori "Per brevità chiamato Artista"
Nel video la splendida "Celebrazione" e "Pezzi" dell'omonimo cd (2005)

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Un cantautore sempre al passo con la realtà ma al contempo attento alle emozioni interiori.

Non ho avuto ancora l'occasione di ascoltare nulla ma mi riprometto di farlo.

Bella recensione, bravo.

Ciao
Daniele

Anonimo ha detto...

Francesco, grazie di questa recensione, non ne sapevo nulla.
Mi piace moltissimo il fatto che abbia criticato finalmente una certa cultura sessantottina che io, di sinistra, non sopporto proprio più.
Non sopporto proprio più neanche l'antifascismo militante e tutti questi strascichi di una sinistra che pensa solo al suo passato, precludendo ai giovani come me, una propria cultura, una propria musica, una propria attività costituente... sempre lì a menarla con l'antifascismo e storie sessantottine di quando loro erano giovani e facevano l'amore nei prati, ecc. ecc.
Mal sopporto anche il loro rinnegare Dio a 360 gradi, con una superficialità poi, spaventosa.
Grazie Francesco, bravo come sempre.
Ciao.

Francesco Candeliere ha detto...

X il Rockpoeta:Ciao Daniele sono contento che hai apprezzato la recensione.
A presto
X Edgar:Ciao carissimo.La tua critica ad una certa sinistra mi stupisce ma mi trova pienamente d'accordo.Restare ancorati al passato senza pensare al presente e guardare al futuro è diventato inutile.Anche io sono contro a certi scempi del '68.Non si può essere superficiali e privi di valori fino a negare l'esistenza di Dio Padre.Non si può demolire una gerarchia di valori su cui si fonda la nostra società.Questo fu per me il '68.Bello il mea culpa di De Gregori nella canzone Celebrazione,ascoltala è davvero bella.Ma ti consiglio l'intero disco,poco appariscente.....ma concreto......per questo mi piace!!!!
A presto

Anonimo ha detto...

Capisco il tuo stupore Francesco :) il mio commento precedente non è altro che il frutto di riscontri maturati dopo numerosi dialoghi con gente sul mio territorio e in blog di sinistra, dove ho potuto appurare una scarsa autocritica e una miopia culturale che mi hanno stancato.
A presto Francesco e grazie della risposta.

Gianna ha detto...

Ragazzi,come mi trovate d'accordo e pienamente!Sono stanca anch'io di soprusi e di sentire metodicamente la stessa zolfa!

desaparecida ha detto...

A volte mi sento come un prigioniero da liberare
Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra
Ma non ci sono sbarre e non c’è modo di scappare
In ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra

Ogni giorno c’è un pezzo di strada da ritrovare
Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra
E una lacrima da benedire e da conservare
Per tutti i giorni di pioggia che Dio manda in terra
..................................

Alcuni pensano liberamente alcuni pensano in cattività
La vita è come un gioco da vivere perdutamente
La vita è come un gioco da vivere perdutamente
A volte vinci il primo premio
E poi ti accorgi che non serve a niente
Che i figli sono uguali ai padri e non c’è niente da fare
Che i figli sono uguali ai padri e non c’è niente da fare
Ed io vorrei cambiare la mia faccia
Ma non so da dove cominciare
Ci sono tre scalini sulla porta della galera
Ci sono tre scalini sulla porta della galera
E un diavolo che grida e un angelo che si dispera
C’è gente senza cuore in giro per la città
...................................

Ho viaggiato fino in fondo nella notte
Senza guardarci dentro
Senza sapere dove stavo andando
E alle mie spalle il giorno
Si stava consumando
Ed ho provato un poco di tristezza
Ma nemmeno tanto

...................................


Bellissimo qsto tuo post,molto + arioso degli altri,forse xchè lo sento molto personale.

Con qsta tua splendida recensione fai volare leggeri i pensieri e sentire sentimenti nuovi.
La musica cantautoriale in fondo è questo un'unico vestito che prende la forma di chi lo indossa!

Ti leggo nuovamente....e ti abbraccio....

Pino Amoruso ha detto...

...con una tal recensione, non bisogna far altro che comprare il cd al più presto!!!
Ciao...ci fai aspettare con i post, ma poi pubblichi alla grande!!!

Complimenti!!!

;-)

Francesco Candeliere ha detto...

X Edgar:Edgar mi dispiace vedere una persona intelligente come te disgustato dalla propria parte politica.Ma oggi questo è lo stato d'animo di tanti giovani che non si identificano più in nessuna parte politica.
A presto
X Stella:Benvenuta nel mio blog
X Desa:E' sempre un piacere ritrovarti.Addirittura citi dei testi!!!??Sono contento che anche tu stimi De Gregori.....
Grazie dei complimenti.
A presto
X Pino Amoruso:Ciao carissimo e grazie della tua sempre gentile stima.
Vedrai che ti piacerà questo nuovo lavoro del "Principe".
A presto.

Gianna ha detto...

Sono curiosa di conoscere "questo nuovo lavoro".
A presto.

Gianna ha detto...

Ciao francesco.

DS ha detto...

complimenti per l'ottima recensione, dettagliata e mai banale.
Mi stai costringendo a comprarlo. Del resto De Gregori non ha mai sbagliato un colpo.
tommi

LauBel ha detto...

scusa, sarò banale, ma che ne pensi di "buonanotte fiorellino?": secondo me è una lirica semplice, ma davvero dolce e delicata... comunque bellissimo excursus: non conosco benissimo de gregori ma lo apprezzo come artista, sicuramente!

Francesco Candeliere ha detto...

X Stella:Ciao cara,vedrai che ti piacera' questo ultimo disco perchè è davvero bello......poetico come al solito.
X Tommi:Assolutamente da non perdere caro Tommi.Concordo, è difficile che De Gregori sbaglia un colpo.
A presto
X Laubel:Ciao Laubel bentornato.Assolutamente non sei banale a ricordare quest'altra altra dolce poesia di De Gregori.
Un pezzo romantico,leggero e sempre attuale per tutti gli innamorati.Grazie Laubel...ti consiglio di approfondire De Gregori e vedrai che scoprirai cose sorprendenti sui suoi testi......io è da un pò di anni che lo "studio" e l'ho visto anche in concerto,risultato??"Per brevità chiamato artista".

daniela ha detto...

Io ricordo con amore il De Gregori di "Piccola mela" e di "Pezzi di vetro", per citare solo due dei suoi pezzi migliori.

L'ultimo album non lo conosco, ma il penultimo mi ha profondamente deluso, e così lui come persona. E' solo un'impressione la mia, ma da qualche intervista ho percepito una persona ormai svuotata dell'antica bellezza, a suo modo resa "conformista" e non al passo coi tempi.

Sono molto contenta che in questo nuovo lavoro abbia preso una posizione politica diversa, perchè quello che ho sentito io, fino a poco tempo fa, è stato solo un De Gregori che riproponeva vecchiume senza più senso. Ma forse quest'album ha sancito un cambiamento, lo ascolterò e ti farò sapere..

P.S. "Pezzi" è una delle sue canzoni che odio di più... :-)

Francesco Candeliere ha detto...

La maggior parte la pensa come te.A pochi piace l'ultimo De Gregori.Imbarazza e spiazza un album come Pezzi per chi si immagina il De Gregori romantico del passato.Io invece sono convinto che il miglior De Gregori sia quello venuto fuori negli ultimi anni.Infatti considero il suo miglior lavoro "Amore nel pomeriggio" del 2001.Ci sono pezzi come "il cuoco di salò" e "condannato a morte" che sono delle poesie politico-sociali originalissime ed in grado di aprire un dibattito tra i pochi intellettuali che ormai abbiamo in Italia,te le consiglio.Sono convinto che questo album ti piacerà,ma ti avviso è un album più vicino a "pezzi" che a quelli del passato.
Grazie della tua preziosa opinione carissima Dany.

Anonimo ha detto...

Da fan 17enne di De Gregori, confermo in pieno quanto detto sui ragazzi della mia età, e sulla musica che ascoltano prevalentemente. Se musica è il termine appropriato, certo...
Per quanto riguarda l'ultimo album, devo dire che secondo me De Gregori ha la straordinaria capacità di non invecchiare mai, almeno artisticamente, e di non appassire dietro al suo nome, come molti altri cantanti a lui coetanei, ma anzi di migliorare. Pezzi, Calypsos e Per Brevità Chiamato Artista, a mio avviso sono alcuni dei suoi album migliori, sopratuttto Calypsos, al quale sono particolarmente legato.
Quest'ultimo album poi sembra davvero tirato fuori dalle tasche e messo nelle vetrine dei negozi, come a dire "mah, ora che sono arrivato sin qui, quasi quasi parlo un po' di me". E lo fa con una naturalezza disarmante, i brani sembrano quasi suonati per la prima volta. Un album leggero, e allo stesso tempo incredibilmente profondo. Trovatemi un altro in grado di farlo...

Francesco Candeliere ha detto...

Ciao Jacopo,ti volevo fare i complimenti per questo lucido ed appassionato commento.Dimostra che,nonostante la tua giovane età,conosci bene De Gregori.Concordo su quanto affermato da te sugli ultimi album di De Gregori e come dicevo in altri commenti io sono un appassionato ascoltatore soprattutto dell'ultimo De Gregori senza dimenticare il grande De Gregori degli inizi carriera.Quanto ai giovanissimi chiaramente non bisogna generalizzare ma a volte ho paura che si farmano troppo alle apparenze ignorando alcuni valori della vita.
Ciao Jacopo e grazie di essere passato.Spero di farti visita nel tuo spazio ma oggi non sono riuscito ad entrare.Passa quando vuoi.
A presto.

articolo21 ha detto...

Linkato!

Francesco Candeliere ha detto...

Grazie Articolo 21,ho provveduto anch'io a linkarti.
A presto

Gianna ha detto...

Ciao francesco anche tu al mare?

Pino Amoruso ha detto...

Comprato...BELLISSIMO!!!

A presto :)

Unknown ha detto...

scusate la curiosità, ma da quando "negare l'esistenza di dio padre" equivarrebbe ad una mancanza di valori?ma accendete il cervello prima di scrivere certe cose o parlate solo per sentito dire dalla televisione? vabbè, buttiamola sull'ironico va..."non so se dio esista, ma se esiste spero abbia una buona scusa" (woody allen)

Francesco Candeliere ha detto...

X Francesco:Non capisco cosa intendi........